Un tribunale federale di New York ha incriminato per corruzione il plurimiliardario Gautam Adani, tra gli uomini più ricchi del mondo. Il magnate indiano e presidente del conglomerato Adani Group è accusato negli Stati Uniti di aver architettato un piano da oltre 250 milioni di dollari di tangenti a funzionari governativi di Nuova Delhi in cambio di favori alla società Adani Energy Group su contratti per vari progetti, tra cui quello per la costruzione del più grande parco fotovoltaico dell’India.
L’incriminazione
Secondo quanto ricostruito nelle 54 pagine del capo d’imputazione, il miliardario, con altri dirigenti di filiali dell’Adani Energy ed ex funzionari di un fondo pensioni canadese, sarebbe coinvolto in un giro di tangenti nei confronti di personale governativo e vertici di aziende di alcuni Stati indiani, dall’Andhra Pradesh al Tamil Nadu, per un’operazione che avrebbe fatto incassare al Gruppo profitti per oltre 2 miliardi in 20 anni.
I procuratori federali statunitensi accusano Adani di aver cercato di corrompere i dirigenti di alcuni operatori locali che operano nella distribuzione elettrica ad acquistare energia a caro prezzo da una società statale (Seci), che a sua volta l’avrebbe comprata dal parco solare dell’Adani Green Energy e dell’Azure Power Global, società quest’ultima detenuta per più del 50% da un fondo pensione canadese.
Gli oltre 250 milioni di dollari sarebbero stati dunque offerti tra il 2020 e il 2024 a funzionari del governo indiano, truffando così banche e investitori statunitensi, che sul progetto avevano investito parte dei 3 miliardi raccolti dall’azienda di energia dal 2021.
Nonostante il conglomerato abbia smentito le accuse, bollate come “prive di fondamento”, in seguito al mandato di arresto per il magnate, i titoli delle società dell’impero Adani sono crollati nei mercati asiatici perdendo decine di miliardi di capitalizzazione e costringendo la Adani Group a sospendere le vendite: all’apertura della Borsa di Mumbai, le azioni di Adani Enterprises sono scese del 10%, mentre quelle della controllata Adani Energy Solutions hanno subito un tonfo di quasi il 20%.
Il patrimonio personale di Gautam Adani, il secondo uomo più ricco dell’Asia, a capo di un impero che va dagli aeroporti alle energie rinnovabili, stando alle stime di Forbes, sarebbe sceso di 12 miliardi in un solo giorno.
Chi è Gautam Adani
Oltre a incriminare Adani, l’inchiesta statunitense mette in discussione anche delle sue operazioni nel settore delle energie rinnovabili, settore nel quale il conglomerato cerca di imporsi da anni come un attore chiave.
Nato in una famiglia di classe media ad Ahmedabad, il 62enne plurimiliardario è considerato amico del premier indiano Narendra Modi, originario come lui dello Stato indiano del Gujarat, al quale ha prestato un jet privato per fare campagna elettorale, comprando anche un canale televisivo critico nei confronti del primo ministro.
Dopo aver lasciato il college per diventare un commerciante di diamanti a Mumbai, la capitale finanziaria dell’India, negli anni ’80 ha iniziato a importare materie plastiche per poi fondare Adani Enterprises, società a partire dalla quale ha costruito le sue fortune.
In seguito a un rapporto della società di investimento Hindenburg Research, che nel 2o23 lo ha accusato di “manipolazione” dei mercati azionari e di frode contabile, Adani avrebbe perso 80 miliardi dal suo patrimonio, mentre il valore della sua azienda sarebbe calato, invece, di oltre 150 miliardi.