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Mini centrali nucleari nelle aziende, la proposta di Confindustria

di Corriere Roma
26/01/2025
in Economia Italiana
Tempo di lettura: 2 minuti
Mini centrali nucleari nelle aziende, la proposta di Confindustria

Piccole centrali atomiche nelle aziende. Il presidente di Confindustria Emanuele Orsini lancia la proposta al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin intervenendo a un incontro di Forza Italia per la presentazione di un Piano industriale del partito per l’Italia e l’Europa. Nessuna provocazione, il numero uno degli industriali candida il sistema delle imprese italiano per accogliere i mini reattori modulari Smr (small modular reactors) già allo studio del Governo, per fare fronte al caro elettricità e alla transizione energetica.
L’energia nucleare in Italia
La questione del nucleare è tornata al centro dell’agenda dell’Esecutivo guidato da Giorgia Meloni, che ha in programma un disegno legge da discutere in Consiglio dei ministri entro la fine di gennaio, puntando tutto sugli Smr.
Si tratta di reattori prodotti in serie e di piccola taglia, che a differenza delle centrali nucleari presenti oggi nel mondo richiedono meno spazio, producendo una minore quantità di energia elettrica, fino a 300 megawatt di potenza.

Sarebbe una delle soluzioni centrali individuate dal Governo nel testo del provvedimento in esame per cercare di liberarsi il più possibile dalla dipendenza energetica da altri Paesi. Una strada a cui guarda l’Italia nonostante i due referendum abrogativi sul nucleare del 1987 e del 2011, che secondo il ministro Pichetto Fratin erano però “su una Topolino, qui parliamo di una Ferrari. Ci vuole la giusta informazione, è fondamentale creare condizioni di conoscenza a livello di Paese”.
Il ddl del Governo Meloni
Il ddl allo studio del Governo prevede lo sviluppo dei mini reattori nucleari con tecnologia di terza e quarta generazione, l’istituzione dell’Autorità di Sicurezza Nucleare per autorizzare e vigilare sulla costruzione degli impianti, oltre alla riforma delle norme del settore e nuove regole in materia di dismissioni e smantellamento di scorie e impianti.
“Il provvedimento sul nucleare è stato trasmesso a Palazzo Chigi” ha rivelato Pichetto Fratin, spiegando che è in corso “il percorso ordinario e formale che riguarda il Dipartimento affari giuridici che fa eventuali correzioni di tipo logistico, ma credo che nel giro di pochi giorni possa arrivare alla valutazione del Consiglio dei ministri”.
“Entro due anni si attua, magari a metà 2027, ma dipende dai tempi del Parlamento”, ha aggiunto il ministro dell’Ambiente, sottolineando che in quanto legge delega necessita di seguire le tempistiche dell’emiciclo.
La proposta di Confindustria
Per le imprese italiane il tema dell’energia è centrale per reggere la competizione con il mercato mondiale. L’esigenza di regole comuni a livello globale è stata sottolineata durante l’evento di Forza Italia a Milano dal presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, preoccupato sia per i dazi americani in arrivo, sia per la corsa alla transizione energetica.
“L’Europa produce il 7-8 % delle emissioni mondiali, a fronte del 15% del Pil: stiamo regalando quote ad altri continenti a discapito del nostro, e questo non possiamo più permettercelo”  ha evidenziato il numero uno degli industriali, affermando come sia “giusto produrre meno Co2, ma non possiamo nemmeno pensare che, a fronte di altri continenti che non lo fanno, siamo quelli che distruggono la propria industria“.
In questo senso Orsini ha affrontato il tema del nucleare, candidando le aziende rappresentate da Confindustria per accogliere i mini reattori, “se avete problemi con i sindaci” ha affermato rivolgendosi al ministro Pichetto Fratin, “noi facciamo comunità energetica, perché per noi l’energia è fondamentale per tenere in piedi le aziende”.

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