I bambini di Monteverde Vecchio lo
chiamano “il pino sdraiato” o il “pino in piscina” perché sembra
che con i suoi lunghi rami sia adagiato sul bordo di uno
specchio d’acqua. Ma ora questo splendido esemplare di pino
italico rischia di scomparire.
Il servizio Giardini del Comune di Roma lo ha segnato con una
macchia di vernice blu. Il che significa che questo albero
secolare, ‘sdraiato’ lungo le mura di Villa Sciarra, potrebbe
essere presto abbattuto. Anche se alcuni sperano che si tratti
solo di un’indicazione per la cura contro la Cocciniglia
Tartaruga. Gli abitanti del quartiere, insieme a quelli di
Trastevere sono pronti alla mobilitazione. “In troppi casi –
spiegano alcuni rappresentanti di varie associazioni
ambientaliste nate nel quartiere a difesa del verde come
l’Associazione Amici di Villa Sciarra – abbiamo visto alberi
segnati con il blu e poi tagliati”. Ma la protesta dilaga anche
per la decisione di abbattere le bellissime ‘Melie azedarach’ in
“eccellente stato di salute” annunciato dal Dipartimento di
Tutela ambientale di Roma per realizzare un progetto di
rifacimento del mercato di via Niccolini. Uno dei progetti
approvati in vista del Giubileo. Ora le bancarelle sono di
ferro, tradizionali, verdi, distribuite lungo tutta la strada
che è di fianco alla Chiesa di Piazza Rosolino Pilo, mentre i
tecnici del Comune le hanno progettate in cemento armato e
accorpate solo all’inizio della via. Lasciando tutta la “zona
senza ombra”, come spiega anche Maria Elena Caroselli,
ambientalista, tra le anime della protesta. Solo il Comitato
‘Tam'(‘Tutela alberature Monteverde’) di cui fa parte ha
raccolto migliaia di firme contro gli “abbattimenti
indiscriminati” che si stanno facendo per tutto il quartiere,
oltre che per il ‘pino sdraiato’ e per gli alberi di Via
Niccolini, “mettendo anche a rischio la nidificazione degli
uccelli perché fatti in primavera e in estate”. “Si tratta di
quasi 35 mila firme – aggiunge – e nella stessa strada vogliono
realizzare anche un parcheggio”.
Sono nati così “diversi Comitati – racconta – a cominciare da
quello costituito dagli stessi abitanti di Via Niccolini che
cercano di salvare il verde, l’ombra e la qualità della loro
vita che verrebbe compromessa con la realizzazione del
progetto”. “Una strada così piccola – incalza Caroselli – si
troverà infatti ad avere un mercato di cemento, un parcheggio,
restando senza alberi”. E gli alberi, osserva, “hanno un valore
ecosistemico che non può essere compensato dalla messa a dimora
di piccoli fusti che, per raggiungere un minimo di valore
ambientale, necessitano di grandi cure”. “Ci vogliono almeno
10-20 anni per compensare l’abbattimento di un grande albero. E
questo non ce lo possiamo permettere”, aggiunge. L’agronomo
Daniele Zanzi, consultato dalla cittadinanza, critica anche la
decisione del Servizio Giardini di tagliare il grande leccio che
sovrastava la ‘biblio-garitta’ di Villa Sciarra. Un altro “duro
colpo” per gli abitanti del quartiere. “Evidentemente, non
sapendo che spesso nel tronco dei lecci si formano delle cavità
– osserva l’agronomo – hanno abbattuto questo magnifico
esemplare di centinaia di anni” che proteggeva con la sua ombra
l’ingresso di Villa Sciarra che dà su Via Calandrelli. “Questa
strage di alberi va fermata – dichiarano quelli del Comitato – e
noi siamo pronti alla mobilitazione”.
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