“Voglio la prestazione, perché è la prestazione che porta al risultato. E lo stadio è pieno è pieno perché i tifosi ci credono, e si identificano in quello che vedono, nella vita nessuno regala niente a nessuno”: le parole di Thiago Motta risuonano più forti al fischio finale di un’altra vittoria della Juventus, di una Juve finalmente ricostruita attorno alla sua tenacia, alla sua voglia di giocare la partita, di mostrare il suo dna invece di nascondersi spaventata e chiusa in difesa. Esaltata dalla sua manovra offensiva si guadagna il rosso di Romagnoli come l’autorete di Gila, superando con tre punti una partita difficile giocata in grande emergenza, riportandosi in vetta alla classifica almeno per una notte insieme al Napoli di Conte.
Thuram inedito, Kalulu diagonal, rosso Romagnoli
Motta con Douglas Luiz vice Koop a supporto di Vlahovic, con Yildiz da una parte e Cambiaso dall’altra a equilibrare una fascia che si preannuncia frizzante con Zaccagni e Tavares. La Lazio pressa altissimo, gli spazi per la manovra bianconera sono ridottissimi e solo un paio di fiammate di un inedito quanto propositivo Thuram accendono lo Stadium nel primo quarto d’ora, con Guendouzi che al volo non ci crede fino in fondo e appoggia a Di Gregorio in reazione. Match bloccato, ma un’uscita straordinaria palla al piede dei bianconeri cambia tutto: Kalulu spacca il campo in diagonale chiedendo e ottenendo due triangoli consecutivi – l’ultimo chiuso con Vlahovic che lo manda in porta di prima – Romagnoli arriva da dietro e lo tocca a ridosso dell’area, Sacchi sorvola ma il Var no, punizione dal limite ed espulsione al 25′. Patric per Dia e biancocelesti rintanati a difesa della porta, difficile trovare spazi per Vlahovic e Yildiz con la manovra che non accelera, una girata del serbo e una zampata sottoporta di Gatti le uniche azioni degne di nota, che però non portano al gol fino all’intervallo.
Motta alla Inzaghi, traversa Vlahovic, autorete Gila
Nessun cambio nella ripresa e Lazio che si fa intraprendente anche sotto di un uomo, Tavares è un fiume in piena, Savona finisce sul taccuino degli ammoniti, secondo bianconero dopo Locatelli, e Thiago Motta fa la Inzaghi move al 55′: fuori entrambi i diffidati, dentro Weah e Fagioli. I cambi accendono di nuovo la Juve, azione tambureggiante conclusa da Vlahovic in area, traversa piena. I biancocelesti continuano a tenere alto il fortino ma cadono uno dopo l’altro, Baroni costretto a sostituzioni d’emergenza: Castrovilli, Vecino, Pedro, anche Pellegrini per un Tavares distrutto mentre Motta vede Douglas Luiz divorarsi un gol di testa e si gioca anche la carta Adzic, subito pericoloso. La barricata biancoceleste traballa, la Juve ci crede fino all’ultimo e viene premiata a pochi minuti dal 90′, con un cross di Cabal deviato in maniera maldestra da un esausto Gila nella propria porta. L’esultanza di Motta è ferina, urlata, rabbiosa e trionfante: è il gol che vale tre punti, che riporta la Juve per una notte in vetta agganciando il Napoli, che prepara ad una grande notte di Champions.
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