ROMA – La Lazio ritrova l’abbraccio dell’Olimpico. L’ultima volta ne uscì a testa a bassa, nelle orecchie solo gli applausi e i cori di incoraggiamento della Nord dopo la strapazzata interista. Sei gol che spensero l’entusiasmo di una Lazio lanciatissima, oggi in ripresa ma non ancora guarita dopo la vittoria di Lecce. La posta è di nuovo alta, a Roma arriva un’altra cannibale. Baroni stavolta non può sbagliare, con l’Atalanta ha la possibilità di chiudere un anno solare da sogno per lui. Il 2024 dell’allenatore toscano è cominciato a gennaio alla guida di un Verona in fase di smantellamento, l’incredibile salvezza raggiunta in anticipo gli ha regalato l’opportunità di allenare la Lazio, una chance legittimata con una prima parte di stagione da applausi. Chiudere l’anno contro l’Atalanta è una trappola disegnata dal calendario: a maggior ragione, dopo la sestina incassata da Inzaghi, la Lazio dovrà mostrarsi all’altezza. A Lecce ha perso due alternative di lusso come Pedro e Noslin. Lo spagnolo si è stirato, nel finale di partita ha avvertito un fastidio alla coscia, gli esami hanno riportato una lesione di primo grado al bicipite femorale che lo terrà fermo per almeno due settimane. Si punta a recuperarlo per il derby, ma è una corsa contro il tempo. Simile a quella a cui è costretto Noslin, negli ultimi giorni con le stampelle per un trauma al malleolo rimediato in Salento.
Baroni, quale soluzione?
Per la sfida a Gasp, Baroni deve pure valutare le condizioni di Dia, non ancora al top nell’ultimo periodo. Per questo sta ragionando sulla possibilità di inserire un centrocampista in più: aggiungere Dele-Bashiru a Guendouzi e Rovella gli permetterebbe non solo di irrobustire la metà campo, offrendo più copertura alla difesa contro i talenti della Dea, ma si garantirebbe anche l’alternativa Dia a gara in corso. Chissà se la recente esperienza shock vissuta con l’Inter possa convincere Baroni a rinunciare a un giocatore offensivo per costruire una squadra più equilibrata attraverso il 4-3-3, riflettendo anche sui due diffidati, Gila e Isaksen, in vista del derby. In attesa che il mercato possa regalargli i rinforzi giusti: è carente a centrocampo, con Vecino out fino a febbraio e la precarietà di Castrovilli, pronto a salutare a gennaio, la Lazio deve intervenire per puntellare almeno la mediana e offrire a Baroni la possibilità di cambiare modulo con più frequenza. Una o due risorse per alimentare il motore di una squadra che si è rivelata forte e competitiva, ma alla lunga non così tanto profonda per mantenere alta l’asticella di chi vuole davvero sognare.
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