Un vincitore della eChampions League per puntellare la propria retroguardia. Angelo Fabiani ha puntato sul giovane talento danese Oliver Provstgaard per dare al tecnico Marco Baroni un’alternativa in più nel pacchetto arretrato. Muscoli e centimetri per aggiungere una torre forte nel gioco aereo alla batteria dei centrali biancocelesti. Il difensore prelevato dal Vejle è gettonatissimo in patria, tanto da ricoprire il ruolo di capitano della Nazionale Under 21 e soprattutto viene considerato dall’opinione pubblica locale l’erede di una leggenda del calcio danese come Simon Kjaer. Mica male per un ragazzo di appena 21 anni la cui carriera è tranquillamente assimilabile alla trama di un film. Molti, infatti, non sanno che – appena maggiorenne – il sogno di Oliver di diventare calciatore stava andando, letteralmente, in frantumi. Rottura del legamento crociato e stop di un anno. Mesi durissimi durante i quali in molti mettono, seriamente, in dubbio la possibilità che Provstgaard possa tornare a giocare e in particolare a grandi livelli. Una mazzata pesantissima che avrebbe distrutto chiunque, ma non il centrale classe 2003. Oliver non si abbatte e continua a rincorrere il suo sogno, sottoponendosi a sedute di fisioterapia e allenamenti in piscina durissimi ogni giorno. Sacrifici che in pochi sarebbero in grado di sostenere, soprattutto a soli 18 anni. Il centrale nato a Vejle, invece, ci è riuscito e gli dei del calcio sono così tornati a sorridergli.
Dalla eChampions alla Champions
Nelle ultime due stagioni, infatti, si è imposto come il miglior giovane difensore del campionato danese, attirando l’interesse di numerose società tedesche e italiane. Alla fine l’ha spuntata la società del presidente Lotito col blitz di domenica scorsa grazie al quale ha superato al fotofinish il Pisa (stava già organizzando le visite mediche per l’indomani). Impossibile dire di no ai biancocelesti. Una maglia che era nel destino di Provstgaard, che nel 2023 insieme ai suoi compagni di squadra aveva partecipato a una challenge calcistica all’insegna del vintage. In pratica ogni calciatore doveva selezionare una maglia di una formazione degli anni Novanta da indossare e Oliver scelse proprio quella della Lazio della stagione 1997/98, che vide l’allora formazione allenata da Sven Goran Eriksson vincere la Coppa Italia. Il primo trofeo dello straordinario ciclo targato Cragnotti. Un segno del destino, è proprio il caso di dirlo. E chissà che il suo arrivo non possa contribuire ad aiutare la squadra laziale a centrare il ritorno in Champions. Altra manifestazione diventata in qualche modo speciale per Oliver, che l’ha pure vinta nel 2021 ma… alla PlayStation! Durante la lunga inattività a causa del grave infortunio Provstgaard trascorreva, infatti, le serate giocando alla consolle come molti suoi coetanei. Da passatempo, però, divenne quasi un lavoro, visto che guadagnò 75mila euro vincendo addirittura la eChampions League (il torneo internazionale di eSports della massima competizione europea) col nickname di OliverPN. Raccontano che col joystick tra le mani fosse formidabile, ma sul rettangolo verde lo sia ancora di più. Ecco perché la Lazio ha voluto prenderlo.
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