Difficilmente si ha memoria di un Claudio Ranieri così arrabbiato come giovedì sera per una direzione di gara. Ma il tecnico giallorosso non tollera che si manchi di rispetto alla sua Roma e quando secondo lui questo accade, allora, è il momento di alzare i toni. Ci pensa Ranieri a farlo perché al club manca la voce pubblica della proprietà, nonostante i Friedkin abbiano deciso di appoggiare in tutto e per tutto il proprio allenatore. Per questo stanno lavorando a una lettera di protesta da inviare nei prossimi giorni all’Uuefa per sottolineare tutti gli errori arbitrali che, secondo il club, avrebbero penalizzato la Roma. Insomma, la società giallorossa prova a mostrarsi compatta e giovedì sera, per qualche minuto, è come se José Mourinho fosse tornato sulla panchina della Roma, perché l’effetto delle parole di Ranieri, oltre a porre l’attenzione sull’arbitraggio in vista del ritorno, è anche quello di coalizzare un popolo intero che tra meno di sette giorni sarà allo stadio Olimpico per spingere la propria squadra nella gara decisiva con il Porto.
La rabbia di Ranieri
Chiunque sarà l’arbitro non avrà un compito facile perché, possiamo già dirlo oggi, a ogni fischio sarà una bolgia. Il clima elettrico, però, Ranieri lo vorrà solo sugli spalti, non in campo, dove la testa della Roma dovrà restare concentrata solo sul gioco per regalarsi gli ottavi di finale. Intanto le parole dette giovedì a Sky e poi in conferenza restano e non colpiscono tanto il direttore di gara, Stieler, quanto il designatore internazionale, Rosetti. “Come fa a mandarci un arbitro che penalizza le squadre in trasferta – ha detto a caldo -. Aspettava solo che succedesse qualcosa per dare un rigore e farli vincere. Non si può irretire l’avversario in questa maniera. Ai miei giocatori ho detto di non salutarlo perché non meritava, in campo internazionale non si può vedere una cosa del genere”. Poi ha rincarato la dose in conferenza riavvolgendo anche la lancetta del tempo di un paio d’anni: “Rosetti scelse Taylor a Budapest? Allora si capisce tutto…”. Il riferimento è alla finale persa dalla Roma in Europa League nel 2022, anche quella gara accompagnata da una coda di polemiche per la direzione che secondo la Roma, e all’epoca Mourinho, indirizzò l’esito della partita.Adesso, però, bisognerà capire se la commissione disciplinare indipendente dell’Uefa aprirà o meno un fascicolo su quanto detto da Ranieri per un’eventuale sanzione. Considerati i tempi ristretti con la gara di ritorno, tutto potrebbe slittare a dopo il 20 febbraio.
Ranieri e quel precedente di Mou
Mourinho, per il suo sfogo post finale a Budapest, pagò con quattro giornate di squalifica, ma lo Special One fu molto meno elegante di Claudio che per una notte ha perso comunque l’appellativo di ‘Sir’. A pesare sulla sanzione del portoghese, oltre agli insulti a Taylor, anche l’aver aspettato il fischietto inglese nel parcheggio dello stadio per continuare a protestare. Ecco, Ranieri per quanto duro nelle dichiarazioni, ha mantenuto il controllo, lamentandosi e criticando, ma non insultando o intimidendo nessuno. Ad ora, comunque, non è stata ancora aperta alcuna inchiesta. Ma come detto la parte difficile del lavoro di Ranieri, adesso, sarà calmare la squadra per evitare che giovedì prossimo in campo diventi una corrida. Anche perché a surriscaldare l’ambiente ci penseranno i tifosi, da giovedì sera tutti compatti e a difesa della squadra che nel frattempo domani dovrà affrontare anche un altro step, la trasferta di Parma. Le ultime due gare lontano dall’Olimpico in campionato hanno portato i successi su Udinese e Venezia e Ranieri si augura che il trend possa proseguire al Tardini, dove dal primo minuto torneranno Paredes e Hummels, esclusi in Europa dall’inizio. Inevitabili poi altre rotazioni perché la gara di giovedì prossimo è quella da circoletto rosso nel calendario. Vietato sbagliare per regalarsi gli ottavi di finale e proseguire il cammino europeo.
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